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Umberto Somma: i vini di Tenuta Corte San Lorenzo nelle sue mani

Umberto all’opera a “Tenuta Corte San Lorenzo”

Umberto Somma: la forza della gioventù al servizio della ristorazione

Umberto Somma: i vini di Tenuta Corte San Lorenzo nelle sue mani. Quanta forza c’è nella mente ma soprattutto nell’anima di alcuni giovani? Io direi tantissima. Se ami ciò che fai, ogni giorno è migliore del precedente. Il lavoro non sarà un obbligo ma una benedizione. E se proprio questo lavoro ti portasse a conoscere i segreti del vino? Sarà la passione a muover la tua attività. Questo è ciò che sperimenta, quotidianamente, Umberto Somma, giovane sommelier professionista presso “Tenuta Corte San Lorenzo”. Entrare in cucina ed osservare i processi che portano alla nascita dei piatti, capire per ogni sapore quale sia l’etichetta migliore, è costruire ogni volta un’immagine diversa del pasto. Ed Umberto, poco più che trentenne, lo fa egregiamente.

Umberto Somma: i vini di Tenuta Corte San Lorenzo nelle sue mani. Profumo di Valpolicella.

Avvicinatosi al mondo del vino per caso, Umberto sognava di diventare chef e di dirigere una brigata. Complici le orme paterne e la formazione superiore all’istituto alberghiero di Agerola, Umberto aveva cominciato ad amare, sin da piccolo, quel mondo. “In verità mio padre non voleva che io facessi il suo stesso mestiere, in quanto l’ha sempre reputato difficile”, ha spiegato Umberto, “Tuttavia durante gli anni di istituto alberghiero uno dei miei professori mi chiese di lavorare nel suo team all’hotel “La Sonrisa”. Sono stato anche sul Lago di Garda, in una trattoria molto esclusiva, “Trattoria al Porticciolo”. In questo luogo ho potuto apprezzare la sinergia e l’organizzazione del personale. Mi trovavo nella terra della Valpolicella, che è sicuramente sinonimo di viticultura”, ha spiegato il giovane sommelier.

Umberto Somma: i vini di Tenuta Corte San Lorenzo nelle sue mani. Diventare sommelier in piena pandemia.

E’ bene ricordare che è proprio dalle viti di questa terra che nasce il pregiato “Valpolicella”, vino italiano DOC. Esso si ottiene dall’uva di diversi vitigni presenti nel territorio: Corvina, Molinara e Rondinella. E’ in questa regione che Umberto si consacra alla cultura enologica più pura. “Sul lago di Garda vedevo gli ospiti impugnare i loro calici ed avvicinarli al naso per coglierne il profumo. E’ un gesto che mi è rimasto. Successivamente decisi di intraprendere i corsi per diventare sommelier”, ha spiegato Somma. Nel 2017 è cominciata la sua formazione professionale. Ha conseguito il difficilissimo titolo di sommelier professionista, dopo aver superato l’esame del terzo livello presso la sezione locale dell’AIS Campania in piena crisi pandemica.

Vini e sapori: sinergia con lo chef per sorprendere i palati

“Durante i diversi corsi da sommelier i formatori mi fecero capire che cucina e sala sono un’unicum. E’ necessario conoscere la cucina del patron chef, capire quali sono le materie prime, i sapori ed anche il retrogusto dei piatti per poter abbinare un buon vino”, ha sottolineato Umberto, “Abbinare un vino non adatto al piatto, significa comprometterne il sapore. Oggi, alla Tenuta, entro in cucina ed osservo il lavoro di Ciro ( Grimaldi, patron chef, ndr). L’abbinamento perfetto, tuttavia, non esiste, la scelta del vino è una continua ricerca”, ha concluso Umberto.

Umberto Somma: i vini di Tenuta Corte San Lorenzo nelle sue mani

Umberto Somma, ad oggi, è un vero professionista. Cenare o pranzare alla Tenuta, sorseggiando del vino, significa ascoltare i racconti e le conoscenze del giovane sommelier. Il suo punto di forza è sicuramente la voglia smisurata di offrire al cliente una combinazione con i vini, che rasenti la perfezione. “Bisogna avere una certa cultura sia culinaria che enologica per poter apprezzare certi vini. Seguire l’idea che una bottiglia di vino costoso possa offrire un’esperienza di qualità a discapito di vino più economico, non è sempre corretto. Anzi, va detto che alcuni vini, che possono sembrare banali, sono apprezzabili”, ha sottolineato Somma.

Umberto Somma nelle cantine Caggiano: “Una rosa indica lo stato di salute della vite”.

E se gli chiediamo quale sia il ricordo più forte della sua formazione da sommelier, Umberto non esita a rispondere. “La visita alle cantine di Antonio Caggiano a Taurasi in provincia di Avellino. In quell’occasione ho assistito alla vinificazione fuori dai soliti schemi. C’è sicuramente un particolare che non dimentico: alla fine di ogni filiale di vite vi era una rosa, posizionata per comprendere il reale stato di salute della vite. La vita della rosa indicava la vita di tutto il resto”, ha concluso Umberto Somma

Profumo d’estate? I limoni ne sono validi testimoni. Facciamo un salto nella costiera che porta ad Amalfi con lo chef Claudio Lanuto.



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